Napoli digitale. Come l'informatica sta cambiando il Comune e la città

Greco P., Pisani S.

Napoli digitale. Come l'informatica sta cambiando il Comune e la città

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    L'Innovazione bagna Napoli

    «Napoli e in particolare il Comune di Napoli, vengono spesso presentati, da commentatori “troppo interessati”, come realtà arretrate, vecchie, impermeabili al cambiamento. Ma questa è una visione parziale e superficiale, che da un lato non vuole fare i conti con la povertà della città e con i processi di desertificazione produttiva che l’hanno colpita ma spesso dimentica anche di segnalare la mancanza di un’attenzione e di una politica nazionale sul Mezzogiorno e sulla sua “capitale”. Un atteggiamento che, di fatto, serve a dare una visione distorta della nostra città e a presentarne tutti i vizi dimenticando virtù, potenzialità, realizzazioni. Ed invece proprio sul terreno della costruzione di una società della conoscenza, Napoli ha fatto importanti passi in avanti, grazie alle sue Università, a strutture di eccellenza sia nel campo del rapporto tra scienza e società, come la Città della Scienza, che nel campo della ricerca e soprattutto grazie alla rete di PMI che operano nel settore dell’ICT. Lo studio curato dalla Gartner e riportato nel volume, presenta un quadro di circa 2.000 piccole e medie aziende nel solo settore dell’ICT, che operano nella sola città di Napoli con un numero di oltre 15.000 addetti, e dimostra che l’innovazione abita a Napoli».

    Vincenzo Lipardi

     

    Napoli, città della conoscenza. Non è una fuga in avanti. E neppure solo una fondata speranza. È un progetto che, sia pure tre mille e ancora mille difficoltà, ha già iniziato a diventare fatto concreto. E a diventare rete. Intorno a tre nodi che sono già chiaramente delineati: le istituzioni scientifiche e più in generale culturali, sia nuove che di antica tradizione; le imprese private; la pubblica amministrazione. Dei tre nodi, solo uno – il primo – è parzialmente conosciuto fuori città e anche al grande pubblico della città. Gli altri due nodi sono meno noti, sebbene hanno un presente significativo e, ormai, una storia abbastanza lunga alle spalle. È di queste realtà che vogliamo parlarvi. E non solo perché è giusto che siano conosciute. Ma perché è bene. Presupposto di una società fondata sulla conoscenza è, infatti, che essa si conosca. Che si riconosca. Che tutti i suoi elementi, conservando la propria autonomia, si mettano in rete. Perché la società della conoscenza altro non è che una ragnatela estesa di istituzioni di ricerca e di formazione, di imprese tecnologiche, di singoli cittadini creativi che si connettono tra loro. Che cercano di connettersi tra loro.



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