
L’uomo e la morale
Autore: Diderot D.
ISBN13: 9788835981770
Anno pubblicazione: 2021
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Una “critica veramente filosofica” dell’“edonismo virtuoso”: questo il filo conduttore degli scritti diderotiani qui riuniti. Si tratta di una raccolta di sei testi significativi dello scrittore e filosofo francese (Lettera a Landois, Il proselito che risponde da sé, Recensione del “Temple du Bonheur”, Conversazione di un padre con i suoi figli o del pericolo di mettersi al di sopra delle leggi, Conversazione di un filosofo con la Marescialla di ***), nei quali si presentano i temi e gli aspetti essenziali della sua riflessione morale, poi dispiegata nelle opere maggiori.
Questa antologia, corredata da un’analitica ed esauriente introduzione del curatore, Vincenzo Barba, oltre che da ampi e utilissimi apparati, rappresenta la formulazione sistematica dei fondamenti dell’etica diderotiana. Essa si fonda sull’idea di una morale laica, costruita a partire dai reali bisogni degli uomini e capace di guidarli a una stretta e fraterna collaborazione per una esistenza terrena il più possibile giusta e felice.
A cura di Vincenzo Barba.
Formato 15x21 cm., 232 pagine.
Pubblicato ad aprile 2021.
INDICE
Introduzione
Cronologia della vita e delle opere
Bibliografia ragionata
Nota ai testi
L’uomo e la morale
Lettera a Landois
Il proselito che risponde da sé
Recensione del «Temple du bonheur»
Conversazione di un padre con i suoi figli o del pericolo di mettersi al di sopra delle leggi
Conversazione di un filosofo con la Marescialla di***
Sulla morale
Apparati
Glossario delle parole chiave
Schede biografiche dei personaggi citati
Vincenzo Barba (Salerno, 1932 – 2012) ha insegnato Storia della filosofia all’Università di Salerno. Si è occupato soprattutto delle correnti radicali dell’Illuminismo francese. Ha pubblicato numerosi saggi e ha tradotto e curato molti scritti di vari autori. Ha collaborato a riviste di filosofia e di cultura e all’Enciclopedia del pensiero politico, 2000.
Denis Diderot nacque a Langres nel 1713 da un artigiano fabbricante di coltelli. Avviato dapprima agli studi ecclesiastici non ne volle sapere né maggior fortuna ebbe il tentativo del padre di farlo diventare avvocato. La potenza del versatile ingegno, una vitalità portentosa, la sincerità, l’entusiasmo del suo carattere appassionato, lo posero ben presto in primo piano nel mondo dei letterati e dei filosofi dell’Illuminismo. Propagandista, agitatore e organizzatore della cultura rivoluzionaria del ’700 francese, fu il più conseguente, il più tenace e forse il più profondo dei grandi spiriti che diedero «le armi più raffinate e decisive» (A. Gramsci, Q3, 31) alla borghesia progressiva che fece la grande Rivoluzione francese. Le sue idee superano talora i limiti di quella Rivoluzione e sono state lievito fecondo ai successivi sviluppi del pensiero materialistico moderno. A lui soprattutto si deve la monumentale Enciclopedia, che iniziò, continuò e portò a termine, senza mai cedere alle persecuzioni dei nemici, né ai ripiegamenti, alle debolezze e talvolta ai tradimenti dei suoi stessi collaboratori. Non vi è campo in cui egli non ci abbia dato opere di grande valore artistico, critico, filosofico e scientifico. Ricordiamo tra le sue opere filosofiche e scientifiche: Paradosso sull’attore, Pensieri filosofici, Potere politico e libertà di stampa, Colloquio tra d’Alembert e Diderot, Sogno di d’Alembert, Principi di filosofia morale, Interpretazione della natura, Supplemento al viaggio di Bouganville; fra le opere narrative: Giacomo il fatalista, La monaca, Il nipote di Rameau, I gioielli indiscreti; fra i lavori teatrali: È buono? È cattivo?, Il figlio naturale, Il padre di famiglia oltre a numerosi saggi di critica d’arte. Morì a Parigi nel 1784.