Giulio Crainz
[...] È davvero un anno simbolo, il 1980. Uno spartiacque, ma al tempo stesso una «rivelazione» di processi già avviati e destinati a travolgere gli ultimi bastioni di un mondo in declino. Rinvia immediatamente anche ad altri anni, ad esempio al 1978 di Moro o al 1984 di Berlinguer: due funerali reali, completamento estremo di quei funerali simbolici che la «marcia dei quarantamila» alla Fiat aveva appunto celebrato. Ancora nel 1980 scompaiono due figure come Giorgio Amendola e Pietro Nenni, simboli anch’esse di una stagione della sinistra italiana, e da questo punto di vista il 1980 rinvia anche al 1984 di Craxi. Rinvia cioè a quel congresso socialista in cui Bettino porta a compimento il processo iniziato con la conquista del partito: la sua conferma per acclamazione e la sostituzione del Comitato centrale con una pletorica e ornamentale Assemblea sanciscono la fine della vecchia forma-partito, come Norberto Bobbio segnalava con forza. Aprono la via a un «partito personale» destinato a ulteriori e persino meno nobili sviluppi.
[...] Il lettore troverà da sé in questo libro altri spunti e suggestioni, ad esempio in riferimento alla escalation mafiosa che ha segnato in profondità gli anni successivi. Avevano avuto molte ragioni nel 1976 i membri comunisti della commissione antimafia (fra cui vi erano Cesare Terranova e Pio La Torre) a denunciare l’ottimistica superficialità della relazione del Presidente, Luigi Carraro: nel 1979 gli assassini di Cesare Terranova, ritornato alla magistratura, e del vicequestore Boris Giuliano avvieranno l’escalation continuata nel 1980 nelle forme e con le vittime che Novelli evoca, e nel 1982 verranno gli assassini di Pio La Torre e del generale Dalla Chiesa. Altro che «Milano da bere»: la farsa e la tragedia si intrecceranno negli anni 80. E si scoprirà poi che anche la farsa nascondeva la tragedia.
Guido Crainz