Partendo da una fotografia che inquadra una prostituta china sul finestrino dell'auto di un cliente, in un vialone di notte, a Torino (ma la città protrebbe essere una qualunque) inizia il racconto/indagine sul racket della prostituzione, controllato dagli albanesi. La scena ritratta nella foto è raccontata, nell'immediato e nei sentimenti, da cinque voci: la puttana (anche attraverso deposizioni agghiaccianti in questura), il protettore, il cliente, il passante moralista e il poliziotto. E' il frutto di un anno di lavoro in strada. Neirotti ha ascoltato le schiave, si è trovato faccia a faccia con i loro padroni, ha assistito, a bordo delle auto della polizia, alla caccia e alla cattura dei protettori. Uno dei punti di forza del libro sta nella crudezza dei fatti: le sevizie alle ragazze, gli stupri, i bagni freddi e bollenti, le terribili minacce alle famiglie lontane.
Le recenti discussioni e proposte del governo per rimediare al problema riaprendo le case chiuse, i continui delitti che vedono vittime le ragazze, il 'mercato' della prostituzione, la compravendita della merce umana nei mercati dell'Est rendono il libro di estrema attualità.