Maurizio Matteo Dècina
Digital Divide et Impera. Il ritardo del digitale è un caso?
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In questo breve saggio, comprensibile anche da tutti coloro che si trovino a digiuno di conoscenze informatiche, viene analizzato il caso di Roma come emblema di una corruzione sempre più dilagante. Vengono quantificati i costi sociali di un sistema obsoleto che si basa su un inefficiente sistema informativo. Una corretta gestione dell’informazione è infatti alla base di qualsiasi sistema legale e trasparente. Da mafia capitale ad affittopoli, dal numero delle prescrizioni giudiziarie all’inefficienza delle partecipate, troviamo fenomeni dovuti in parte anche all’inadeguatezza e alle mancanze dell’ICT (Information and Communication Technology). Secondo il quadro riportato, la pubblica amministrazione, a partire dal numero imbarazzante di partecipate, sarebbe contraddistinta da migliaia di data center e decine di migliaia di centrali di spesa, tutte accompagnate da procedimenti sconnessi, frammentati e individualistici. È facile capire la vulnerabilità di un sistema preda di interessi ambigui.
«Capitale corrotta, Nazione infetta», era il titolo di uno dei più fortunati e famosi articoli de «L’Espresso». Se nel paese alla rovescia, con faccendieri, cricche, gaglioffi, lestofanti premiati e con gli onesti e capaci perseguitati, ci troviamo ai primi posti per corruzione, agli ultimi per libertà di informazione, dobbiamo dare atto all’autore, di indicare tentativi di vie di uscita anche mediante l’economia digitale “neutrale”.
Elio Lannutti