
Dossetti profeta del nostro tempo
Autore: Galloni Giovanni
ISBN13: 9788864730158
Anno pubblicazione: 2009
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Formato 15x21 cm., 212 pagine.
Lettera di Giorgio Napolitano.
Postfazione di Mario Almerighi.
LA PROFEZIA DI DOSSETTI
COME LAICO, nel dibattito e nell’accordo con De Gasperi, prima della Costituente, nel Referendum tra Monarchia e Repubblica orientò sulla repubblica il 70% degli iscritti alla Dc e oltre due milioni di elettori democristiani che furono determinanti per la scelta della Repubblica.
DURANTE LA COSTITUENTE, senza scendere a compromessi ideologici con i partiti antifascisti, realizzò con i comunisti e con i partiti laici un superamento delle rispettive ideologie attorno ai princípi fondamentali di una Repubblica parlamentare.
COME MONACO, scelta l’obbedienza al Cardinal Lercaro, fu determinante per il suo contributo per la stesura delle Conclusioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, che accettò i princípi fondamentali già inclusi nella Costituzione italiana.
DAL 1994 ALLA SUA SCOMPARSA, preso atto che con la caduta del muro di Berlino, era entrata in crisi la cultura moderna insieme con i partiti ideologici e si apriva la strada per la cultura postmoderna fondata in Italia sulla ripresa dei valori fondamentali della Costituzione del 1948.
Nella lettera del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – quasi più di una prefazione – si ripercorrono le tappe del vissuto politico dossettiano sottolineando il ruolo cardine, svolto da Dossetti, nella definizione dei princípi fondamentali della nostra Costituzione e come essi siano quanto mai attuali nello sforzo di ricerca di soluzioni condivise in Parlamento nella nuova stagione di riforme annunciate. Per l’autore la profezia di Dossetti è costituita dal fatto che oggi deve considerarsi chiuso il periodo storico del modernismo e aperta la stagione del post modernismo. I due grandi eventi che contribuiscono a questa apertura sono la caduta del muro di Berlino nel 1989 e l’elezione di Barack Hussein Obama nel 2009. Con la caduta del muro di Berlino entrano in crisi i partiti la cui identità era costituita dalle ideologie. La fine delle ideologie lascia spazio ad una concezione dei partiti come centri di potere. Un potere che mortifica la persona umana. Di questo rischio – sostiene Galloni – si era accorto Berlinguer che, con forza, dieci anni prima, nel 1979, aveva posto la questione morale come argine alla deriva dei partiti. Galloni ripercorre i discorsi programmatici di Obama e dimostra una sostanziale coincidenza di essi con il pensiero di Dossetti e coi principi fondamentali della nostra Costituzione: tanto per fare un esempio, anche la proprietà, come diceva Dossetti, è riconosciuta non solo come potere, ma come servizio per l’esercizio della funzione sociale. In conclusione, un libro dal quale, nel momento storico che il nostro paese sta vivendo, nasce una reale speranza di cambiamento.
Giovanni Galloni, nato a Paternò (Catania) nel 1927, ha partecipato nel 1944 alla Resistenza a Bologna dove si è laureato in giurisprudenza nel 1947.
Ha iniziato l’attività politica a Bologna nella Dc come dossettiano subito dopo la Liberazione come delegato regionale dei gruppi giovanili dal 1945 al 1950 e contemporaneamente ha iniziato l’attività professionale, come legale e docente universitario. Dopo l’uscita di Dossetti dalla vita politica ha fondato e di fatto diretto “Iniziativa democratica”, dopo l’incontro con Rumor e Taviani, e successivamente, “La Base” e poi “Prospettive” in accordo con Giovanni Marcora. Due volte vicesegretario nazionale della Dc. La prima volta nel 1965 come espressione della sinistra Dc con il segretario Rumor; la seconda volta come vicesegretario vicario di Benigno Zaccagnini nel 1976 sino alla fine del 1978. Successivamente fu Presidente del gruppo parlamentare della Dc alla Camera per due anni, Direttore del quotidiano della Dc Il popolo dal 1982 al 1986, Ministro della Pubblica Istruzione dal 1987 al 1989. Ha chiuso il ciclo dell’attività politica con la vicepresidenza al Consiglio Superiore della Magistratura dal 1990 al 1994. Professore ordinario di Diritto agrario nella facoltà di giurisprudenza di Napoli nel 1987 e successivamente chiamato dalle facoltà di giurisprudenza dell’Università di Firenze e da ultimo di Roma nel 1994.