LA PROFEZIA DI DOSSETTI
COME LAICO, nel dibattito e nell’accordo con De Gasperi, prima della Costituente, nel Referendum tra Monarchia e Repubblica orientò sulla repubblica il 70% degli iscritti alla Dc e oltre due milioni di elettori democristiani che furono determinanti per la scelta della Repubblica.
DURANTE LA COSTITUENTE, senza scendere a compromessi ideologici con i partiti antifascisti, realizzò con i comunisti e con i partiti laici un superamento delle rispettive ideologie attorno ai princípi fondamentali di una Repubblica parlamentare.
COME MONACO, scelta l’obbedienza al Cardinal Lercaro, fu determinante per il suo contributo per la stesura delle Conclusioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, che accettò i princípi fondamentali già inclusi nella Costituzione italiana.
DAL 1994 ALLA SUA SCOMPARSA, preso atto che con la caduta del muro di Berlino, era entrata in crisi la cultura moderna insieme con i partiti ideologici e si apriva la strada per la cultura postmoderna fondata in Italia sulla ripresa dei valori fondamentali della Costituzione del 1948.
Nella lettera del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – quasi più di una prefazione – si ripercorrono le tappe del vissuto politico dossettiano sottolineando il ruolo cardine, svolto da Dossetti, nella definizione dei princípi fondamentali della nostra Costituzione e come essi siano quanto mai attuali nello sforzo di ricerca di soluzioni condivise in Parlamento nella nuova stagione di riforme annunciate. P
er l’autore la profezia di Dossetti è costituita dal fatto che oggi deve considerarsi chiuso il periodo storico del modernismo e aperta la stagione del post modernismo. I due grandi eventi che contribuiscono a questa apertura sono la caduta del muro di Berlino nel 1989 e l’elezione di Barack Hussein Obama nel 2009.
Con la caduta del muro di Berlino entrano in crisi i partiti la cui identità era costituita dalle ideologie. La fine delle ideologie lascia spazio ad una concezione dei partiti come centri di potere. Un potere che mortifica la persona umana. Di questo rischio – sostiene Galloni – si era accorto Berlinguer che, con forza, dieci anni prima, nel 1979, aveva posto la questione morale come argine alla deriva dei partiti.
Galloni ripercorre i discorsi programmatici di Obama e dimostra una sostanziale coincidenza di essi con il pensiero di Dossetti e coi principi fondamentali della nostra Costituzione: tanto per fare un esempio, anche la proprietà, come diceva Dossetti, è riconosciuta non solo come potere, ma come servizio per l’esercizio della funzione sociale. In conclusione, un libro dal quale, nel momento storico che il nostro paese sta vivendo, nasce una reale speranza di cambiamento.