"Ammetto che non leggerei facilmente libri della mia specie". Libro di memorie, raccolta di riflessioni e aneddoti, zibaldone e insieme opera accuratamente rifinita: non è semplice trovare collocazione a questo libro.
A far rimbalzare il lettore tra divagazioni e ossessioni, nostalgie e considerazioni astratte, è una prosa tornita e personale, affabile e sorprendente, capace in ogni momento di mettere in luce gli snodi di pensiero che legano ossessioni personali e considerazioni morali, divagazioni brillanti e puntualizzazioni.
Passando dalla Roma del dopoguerra all'America Latina, dalla passione per il calcio alla militanza politica, dal sesso alla fascinazione quasi infantile per il linguaggio, Rizzi costruisce senza averne l'aria un percorso atipico ma esemplare, una riflessione anche scanzonata sulla ingannevole sincerità della memoria.