Claudio Gargano
Ernesto e gli altri. L'omosessualità nella narrativa italiana del Novecento
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Tra reminiscenze androgine e rapide incursioni in letterature più impertinenti della nostra, Ernesto e gli altri si propone di rintracciare modelli e costanti della narrativa omosessuale partendo da una curiosità come I neoplatonici di Luigi Settembrini e approdando ai fasti della palestra e dell'outing.
L'autore non si domanda se esiste o meno uno "specifico" gay, ma, prendendo in esame archetipi che rimbalzano da un romanzo all'altro, si affida alla lettura di alcune delle opere che hanno fatto la storia di attitudini e inclinazioni - come le chiamano Angus Wilson e Ronald Firbank - sempre meno sotterranee e clandestine.
Senza tralasciare il complesso di Edipo, tema attorno al quale ruota l'Ernesto di Saba, questo 'baedeker' interpreta la narrativa omosessuale alla luce di Ermafrodito e di Narciso. Il primo, rifiutando la dialettica della storia, si propone, secondo Zolla, "come l'incarnazione dell'Uomo Cosmico".
Il secondo, gemello di se stesso, incarna l'emblema "dell'autosufficienza e dell'estasi" e, innamorandosi della propria immagine riflessa, scopre l'altro guardando dentro di sé.