Nel 1983 la Cambridge University Press ripubblicò un piccolo abstract del Trattato della natura umana di David Hume, apparso anonimo nel 1740. Ne erano curatori due tra i massimi economisti del Novecento, John Maynard Keynes e Piero Sraffa, i quali dimostravano che autore dell'Estratto (per lungo tempo attribuito ad Adam Smith) non poteva essere che lo stesso Hume. Cosa aveva indotto Keynes e Sraffa a profondere tempo e sforzi in un lavoro fuori dal loro campo d'interesse?
Nella sua prefazione, Luigi Cavallaro prova a rintracciare l’influsso di Hume nelle maggiori opere di Keynes e Sraffa, Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta e Produzione di merci a mezzo di merci, suggerendo che, per questa via, dietro l’apparente «non comunicazione» potrebbe rinvenirsi una stretta complementarità tra la rivoluzione keynesiana e quella sraffiana, entrambe volte a ridefinire lo statuto epistemologico della «scienza economica».