
Gli anarchici - Cronaca inedita dell'Unità d'Italia
Autore: Aldo De Jaco
ISBN13: 9788835958352
Anno pubblicazione: 2006
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Entrato Vittorio Emanuele a Napoli, l'Italia, come è noto era fatta.
Disse il conte di Cavour (e si riferiva agli esiti della sua politica e in particolare, forse, al dissestato bilancio dello Stato): "l'Italia è fatta, tutto è salvo".
Parallelamente a questa affermazione, certo troppo ottimista, si colloca di solito quella del marchese Massimo Taparelli D'Azeglio: "l'Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani". Aveva ragione il marchese, naturalmente.
I posteri si sono pressoché dimenticati di lui, eppure il marchese - narratore di vicende eroiche esaltanti le poche tradizioni guerriere dell'italianità, pittore di affreschi storici di pari contenuto, scavezzacollo in gioventù e uomo d'ordine e nemico delle sette in età matura - meritava che i riflettori lo illuminassero meglio sulla ribalta della storia, lui che rappresentò "l'Italiano sopra tutti compiuto" (il che non è poco per un periodo in cui gli italiani erano ancora da fare).
La frase di Massimo D'Azeglio comunque passa - di solito - sui libri di storia delle scuole medie e dunque è una frase che "incide", resta nella memoria, una frase che, a più di cento anni da quando fu pronunziata, sollecita una domanda nuova: l'Italia è fatta, ormai non ci sono dubbi, ma gli italiani? Si son "fatti" in questi cento anni gli italiani, e quando e come, approssimativamente?
(...)
"Quando si vuole interpretare in modo storico e concreto la massima di D'Azeglio "L'Italia è fatta, bisogna fare gli italiani", bisogna tradurla che, fatta l'unità geografica, si ha da fare l'unità morale, cioè la libertà. Ogni altra interpretazione è antistorica e assurda. Cosi D'Azeglio, senza intera coscienza, poneva la successione dei due problemi. Appare evidente, dalla storia di questi nostri ultimi cento anni e dalla pratica sociale di oggi, che il secondo problema, quello della libertà non è stato ancora risolto. Certo però la prima generazione che quel problema "oggettivamente" si pose fu la generazione dei Cafiero, dei Costa, dei Malatesta. Dopo di essa, è vero, non ebbe più alcun senso la "rivolta anarchica": ad altre piattaforme si affidava il compito di realizzare la libertà degli italiani. Tuttavia quella generazione resta - pur col suo breve arco di fallimenti generosi e con un corollario, poi, di gesti gratuiti di violenza - nella storia incompiuta della lotta per "fare gli italiani".
dall'introduzione di Aldo De Jaco
Aldo De Jaco, giornalista e scrittore è stato attento raccoglitore di documentazione storica generalmente trascurata dalla storiografia ufficiale. Impegnato dal 1954 nel sindacato scrittori è stato il presidente dell'Unione nazionale scrittori. Ha pubblicato per Editori Riuniti: Gli anarchici, 1968, I socialisti, 1967, Il brigantaggio meridionale, 1969, Le quattro giornate di Napoli, 1956, 1971 e 1972.
Formato 14x21 cm., copertina con alette, 732 pagine.
Consulta tutti i titoli della collana "Il Milione".
INDICE SINTETICO
Della difficile impresa di "fare gli italiani"
L'Italia è fatta ma i conti non tornano
La disgrazia di essere un paese contadino
Le estati calde degli anni '70
Tramontano i vecchi miti nascono (con fatica) i nuovi
Nello stato maggiore della rivoluzione rosso-nera
La Baronata e fine di un rivoluzionario
Intermezzo n.1 ovvero cambio della guardia al vertice (1874-1876)
Fatti e non parole perchè la gente capisca
1874. Dal Nord al Sud l'eco non risponde
1877. In fuga sul Matese. La propaganda dei fatti
L'eredità sanguinosa della Comune di Parigi
Croce di Cristo in campo rosso
Risveglio o fuga nell'utopia e nella morte
La rivoluzione fa l'autocritica
Disperazione e morte d'un idealista In attesa di quel giorno
Intermezzo n.2 dedicato all'Italia reale
Fondaci e colera
Polenta e pellagra
O briganti o emigranti
Meglio soli
1878. Passanante a Napoli ovvero della fine di una poesia
1897. Acciarito a Roma ovvero un pugnale fatto in casa
1900. Bresci a Monza ovvero un revoler venuto da Paterson
Un re non muore senza lasciare una lezione
Appendice non necessaria ma utile