I banchieri di Dio. Il caso Calvi

Almerighi Mario

I banchieri di Dio. Il caso Calvi

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    Roberto Calvi fu trovato impiccato, la mattina del 18 giugno 1982, sotto il ponte di Blackfriars, sul Tamigi. Fino al 1989, la tesi dell’autorità giudiziaria di Londra e di Milano è stata quella del probabile suicidio. Il caso sembra ormai chiuso, quando vengono rinvenute copie di due lettere concernenti la compravendita dei documenti che Calvi custodiva nella sua borsa. Quali sono le ragioni che indussero Calvi a fuggire dall’Italia e a recarsi a Londra con l’aiuto di Flavio Carboni? Che tipo di rapporti aveva Roberto Calvi con il Vaticano? Come gestí il Banco Ambrosiano e i suoi rapporti con Sindona, Gelli e Ortolani? Il Banco Ambrosiano costituiva uno snodo nel riciclaggio di capitali mafiosi? Calvi contribuí al finanziamento di Solidarnosc e di paesi sudamericani per la lotta al comunismo? Quella notte, a Londra, Roberto Calvi si suicidò o venne barbaramente ucciso, e se fu omicidio, quale fu il movente e chi i mandanti e gli esecutori?
    Il libro, che riporta il testo del provvedimento giudiziario di cattura nei confronti di Pippo Calò e di Flavio Carboni, accusati entrambi dell’omicidio di Roberto Calvi, vuole rispondere a queste domande.

    Formato 15x21 cm., pag. 224.

    Prefazione di Marco Travaglio.

    Postfazione di Giuseppe Ferrara.


    INDICE

    Prefazione di Marco Travaglio

    I banchieri di Dio

    1. La causa della morte
    2. La tesi del suicidio: critica dei suoi fondamenti
    3. La dimostrazione della tesi dell’omicidio
    4. Le modalità dell’omicidio in prospettiva medico-legale
    5. Le chiamate in reità dei collaboratori di giustizia nei confronti di Giuseppe Calò: premessa metodologica alla loro valutazione
    6. Il mandante dell’omicidio, Giuseppe Calò: le dichiarazioni di Tommaso Buscetta
    7 . Le dichiarazioni di Francesco Marino Mannoia
    8. Le dichiarazioni di Francesco Di Carlo
    9. I riscontri estrinseci alle chiamate in reità di Buscetta, Mannoia e Di Carlo nei confronti di Pippo Calò
    10. Il movente
    11. Roberto Calvi nelle mani di Flavio Carboni
    12. L’inizio della fuga e le ragioni del passaggio a Trieste
    13. La sosta a Klagenfurt
    14. L’incontro di Bregenz, il cambio del programma e l’arrivo a Londra
    15. Il falso viaggio di Carboni ad Amsterdam
    16. La scelta del Chelsea Cloister
    17. Il viaggio di Ugo Flavoni
    18. Il 17 giugno del 1982
    19. Le ore immediatamente antecedenti l’omicidio
    20. La testimonianza di Cecil Gerard Coomer: a che ora Calvi venne prelevato dalla sua stanza per andare a morire
    21. La consegna di Roberto Calvi agli assassini
    22. Le telefonate nascoste
    23. Come Calvi andò a morire
    24. Il 18 giugno 1982 ovvero il «fuggi fuggi» generale
    25. La fuga di Carboni via Edimburgo
    26. L’arresto di Carboni
    27. La provenienza degli oggetti sequestrati a Carboni e la sua rilevanza indiziaria
    28. La cassaforte dell’Ultrafin
    29. Gli oggetti di Calvi in possesso di Carboni e un altro tentativo d’inquinamento delle prove
    30. Un ultimo grave indizio: le dichiarazioni di Giuseppe Giammello
    31. L’esecutore materiale del delitto: Vincenzo Casillo
    32. Anche Licio Gelli aveva un movente...
    33. Le esigenze cautelari

    Postfazione
    Un film sfida: «I banchieri di Dio» di Giuseppe Ferrara

    Appendice
    Una lettera di Gian Carlo Zizola
    La risposta di Giuseppe Ferrara
    Il soggetto del film «I banchieri di Dio»


    Mario Almerighi (1939 – 2017), entra in magistratura nel 1970. Pretore in Sardegna e poi a Genova, fa parte di quel gruppo di magistrati chiamati «pretori d’assalto». Nel 1974, portò alla luce lo scandalo dei petroli, definito “la prima Tangentopoli”. Componente del Consiglio Superiore della Magistratura dal 1976 al 1981, è stato giudice istruttore a Roma dal 1983 al 1989 (dove si dedica al settore della criminalità organizzata internazionale), in seguito presidente di sezione del tribunale penale e presidente della quarta Corte d’Assise. È stato presidente dell’Associazione nazionale magistrati nel 1998, presidente del tribunale di Civitavecchia dal 2007 al 2012, presidente dell’Associazione “Sandro Pertini Presidente”. Ha indagato sulla morte di Roberto Calvi, rifiutando l’ipotesi del suicidio del banchiere, e sul sequestro Soffiantini, in cui perse la vita – in circostanze mai chiarite – l’ispettore di polizia Samuele Donatoni. Nel 1988 su tra i fondatori (insieme a Giovanni Falcone) del Movimento per la giustizia.

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