Riccardo Corbucci
Il palazzo di vetro. Trasparenza nella lotta alla corruzione
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Cosa hanno in comune gli scandali del Mose di Venezia, dell’Expo di Milano, dei Mondiali di Nuoto di Roma 2009 e della “cricca” della Protezione civile dell’Aquila e del G8 della Maddalena? Sono tutti esempi di una corruzione sistemica, capace di mettere a libro paga funzionari, dirigenti pubblici, ministri, deputati, amministratori locali, spingendosi fino ad inquinare gli organismi di controllo preposti al contrasto della corruzione, con il coinvolgimento nelle recenti indagini di esponenti della Guardia di finanza, magistrati della Corte dei Conti e giudici del Consiglio di Stato. Un sistema corruttivo paragonabile ad un cancro, che si espande e si riproduce nella vita di ognuno di noi, pur rimanendo invisibile. Per vincere la guerra alla corruzione, trasparenza e controllo da parte dei cittadini rappresentano le fondamenta del palazzo di vetro, sui cui si fondano le attuali norme di contrasto alla corruzione, fino al recente decreto emanato dal governo Renzi per rafforzare i poteri dell’autorità anticorruzione guidata dal magistrato Raf- faele Cantone.
La trasparenza e il controllo da parte dei cittadini dell’attività della pubblica amministrazione rappresentano le deboli fondamenta del palazzo di vetro, poiché lo Stato non ha ancora provveduto a dotare i cittadini di una formazione sociale e culturale adeguata, che consenta di definire un codice universale, comprensibile per tutti, che permetta di identificare le condotte illecite da denunciare. Proprio questa carenza mette in evidenza la debolezza delle attuali politiche di contrasto alla corruzione, che rischiano di trasformare la trasparenza, intesa come fredda e mera pubblicazione di migliaia di atti su internet, nella ricerca di un ago nel pagliaio della rete. Il rischio è che al trasparente palazzo di vetro si sostituisca un palazzo degli specchi impenetrabile, al cui interno la corruzione continuerà la sua opera demolitoria delle fondamenta del paese.