
Napolitano S., Liguori M.
Il pallone nel burrone. Come i maggiori imprenditori italiani hanno portato il calcio al crac
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Quante volte, giocando a calcio da ragazzi in uno spazio angusto, ma che immaginavamo fosse il Maracanà, abbiamo perso il pallone per un tiraccio fuori bersaglio o un rinvio sbilenco! I grandi hanno fatto lo stesso, mandandolo nel burrone con una gestione dissennata: doping, regali agli arbitri, passaporti falsi, fideiussioni taroccate, ma, soprattutto, un buco di bilancio da brividi. Nell'era delle società per azioni a scopo di lucro, e della Borsa, il calcio italiano è anzitutto questo. Tuttavia i media preferiscono occuparsi di rigori e fuorigioco.
Molti tra i maggiori imprenditori sono corresponsabili dello sfascio: hanno cercato e ottenuto un'immensa massa di denaro, piovuta dalle televisioni, dalle sponsorizzazioni e dalla pubblicità, e l'hanno dilapidata arricchendo i calciatori e i loro procuratori. Hanno tentato di tappare i buchi, inventandosi le plusvalenze fittizie: senza successo. Anno dopo anno le perdite sono aumentate a ritmi da fallimento. Il pallone resiste solo per le sue solide protezioni politiche e finanziarie; ma non potranno tirarlo fuori dal burrone le leggi approvate ad hoc, come lo'ineffabile "spalma perdite". Occorrerebbe un drastico taglio dei costi. Visto l'andazzo, sarà più facile chiedere altri condoni.