All'inizio degli anni Novanta il Partito socialdemocratico svedese (SAP) compie due svolte storiche: la repentina "conversione" all'europeismo e l'abbandono della priorità a lungo conferita all'obiettivo della piena occupazione, ora bruscamente subordinato alla lotta contro l'inflazione.
La nuova politica economica attuata nel corso del decennio è stata definita una vera e propria "svolta di sistema"; il Welfare State, a sua volta, è al centro di accesi confronti sull'opportunità di introdurre la concorrenza e aumentare la "libertà di scelta".
Il volume ricostruisce come si è modificato, nella storia della socialdemocrazia svedese, il circolo virtuoso fra crescita economica e sicurezza sociale.
Dopo una sintesi dei primi cento anni di storia del SAP, e della LO (a tutt'oggi uno dei sindacati più potenti del mondo), l'analisi si concentra sul periodo 1990-2006, che si apre con una crisi non solo economica, ma anche di identità politica e nazionale; se oggi le finanze dello Stato sono risanate, i dubbi sulla metamorfosi del Partito socialdemocratico — sconfitto, dopo dodici anni consecutivi di governo, nelle elezioni del 2006 — e sulla sua capacità di ritrovare quello slancio utopico da molti rimpianto, continuano a infiammare il dibattito politico e intellettuale.