Sono necessarie una sensibilità e un'intelligenza fuori del comune per riuscire a raccontare oggi l'orrore dei campi di sterminio nazisti tenendosi lontani dal sensazionalismo.
E' quanto riesce a Maria Angels Anglada in questo breve, indimenticabile romanzo, che affronta l'indicibile in modo indiretto: la storia del violinista Bronislaw e del giovane liutaio Daniel, incaricato dal comandante del lager di costruire un violino 'perfetto come uno Stradivari', è in realtà un emblema della difficile lotta per mantenere la propria dignità anche quando appare impossibile, e un'inquieta, appassionata interrogazione sul valore dell'arte nelle situazioni limite.