La casa sul lungofiume è uno di quei grandi palazzi di Mosca che svettano in tutti i panorami della città e che hanno caratterizzato definitivamente negli anni Trenta del XX secolo, il profilo della capitale dell’Unione Sovietica. Nel romanzo di Trifonov il “palazzone” diventa il simbolo dei successi e delle inestricabili contraddizioni persistenti nella società socialista sovietica.
Il protagonista è un intellettuale “senza qualità”, che aspira al successo e alla carriera, incarnati l’uno e l’altra nella struttura sognata della grande casa abitata dai “privilegiati”.
Riesce a raggiungere il suo traguardo, ma a prezzo di alcune sostanziali viltà e di un comportamento costantemente amorfo e qualunquista.