Il libro scritto dopo il primo volo orbitale di Jurij Gagarin il 12 aprile 1961, pubblicato per la prima volta, nel 1969 dopo la sua scomparsa a seguito di un incidente durante il collaudo di un aereo sperimentale, è da considerarsi un documento “classico” della prima fase dell’astronautica con il fascino dell’“epoca dei pionieri”. È il fascino dell’ardimento quella «intelligenza laica dell’uomo» che il grande poeta Salvatore Quasimodo esaltò come carattere essenziale del volo di Gagarin. Un’impresa che ha rappresentato una nuova tappa nel moderno umanesimo, e non solo della moderna tecnica.
Il 2021 segna il 60° anniversario del primo volo extraterrestre dell’uomo e quanto narrato in questo libro contiene il fascino dell’esperienza pionieristica che merita di essere ricordata.
Il cielo è molto nero, la Terra è azzurra. Tutto può essere visto molto chiaramente.
Questa frase di Gagarin è all'origine dell'epiteto “pianeta azzurro” con il quale spesso è definita la Terra.