Questo libro parla della scuola, oggi, in Italia. Un tentativo di rintracciare le cause che fanno sì che lo stato delle nostre scuole sia quello che è attualmente. Contro ogni “didattica breve”, contro ogni contaminazione tra scuola e lavoro, contro un sapere atomizzato e utilitaristico queste pagine sostengono la necessità dei tempi lunghi e gratuiti dell’apprendimento e il bisogno dell’avere maestri che rendano memorabile per chi impara ciò che essi insegnano. Come nei più paurosi film dell’orrore la crisi della civiltà abita in casa nostra, nelle nostre aule in cui la tensione cresce, in cui si impara sempre di meno mentre, all’esterno, il mondo diventa sempre più complesso.
L’illusione tecnologica, la cui manifestazione più vieta è una sorta di ebbrezza faustiana da supermercato, ha fatto sì che, parallelamente al diffondersi di una tecnologia sempre più pervasiva e sempre meno controllabile da parte di chi la usa, si affermassero il “nuovo” e il “moderno” come concetti buoni in sé e, in quanto tali, da perseguire.