L’albereto perduto è per Rafael Alberti l’immagine dell’infanzia che si fa sempre più piccola e remota, ma non si estingue e non lo lascia mai.
È l’itinerario meraviglioso di una vita esemplare e di una poesia in continuo movimento, poiché pochi possono vantare, come il poeta andaluso con gocce di sangue italiano, una così ricca somma di esperienze e d’incontri, di operosità e di felicità creativa.
Tutta una generazione straordinaria di poeti e di artisti rivive nelle pagine di queste memorie: le figure di Machado e García Lorca, di Guillén e di Aleixandre, di Prados e Altolaguirre si intrecciano con quelle del giovane cineasta Buñuel, del torero-scrittore Ignacio Sánchez Mejías, del poeta-allevatore di tori Fernando Villalón e mille altri volti…