
Angelo Brelich
Le iniziazioni
Dal momento che le iniziazioni sono riti complessi, la prima sfida che lanciano al ricercatore è di saper cogliere tutte le situazioni relative a tutti i momenti, ivi compresi i più nascosti, i meno evidenti, quelli che per principio si rifiutano di piegarsi alla sua curiosità, opponendo la barriera del segreto. Dapprima si porta attenzione non tanto al contesto sociale e storico di ciascuna iniziazione - obbligo di per sé evidente e banale - quanto alle relazioni concrete tra la prova iniziatica e le richieste specifiche che una determinata società rivolge a ciascuno dei suoi membri per esistere e perpetuarsi. In seguito, sembra opportuno situarsi al cuore delle operazioni rituali stesse; compito impegnativo e raramente portato a buon fine, perché lo scenario iniziatico tende molteplici trappole al suo osservatore. [...]
A me è sembrato che il modo migliore d'introdurre questo primo momento del lavoro di Brelich e di rendergli giustizia sia quello di tuffarsi nel mosaico dei riti, di tentare di comprendere le sue scelte al fine di metterle in questione alla luce delle persistenze e, soprattutto, alla luce degli sviluppi futuri della teoria delle iniziazioni che, dal 1960, non ha mai cessato di affermarsi come un dominio centrale dell'antropologia in quanto disciplina e ambito del pensiero.
Formato 15x21 cm., pagine 166.
A cura di Andrea Alessandri.
Prefazione di Daniel Fabre.
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Angelo Brelich (Budapest 1913 - Roma 1977) è una delle voci più autorevoli della Storia delle religioni, più in generale, delle nuove scienze umane. Studioso di fama internazionale, è stato allievo di Karl Kerényi all'Università di Budapest; in seguito ha ricoperto il ruolo di assistente presso la cattedra di Storia delle religioni dell'Ateneo di Roma "La Sapienza", della quale è divenuto titolare nel 1958. Ponendosi nel solco tracciato da Raffaele Pettazzoni, ha dato un contributo decisivo alla definizione dell'impianto teorico e, congiuntamente, della piattaforma metodologica caratterizzanti la disciplina storico-religiosa: in tale ottica il suo nome è indissociabile da quello di Ernesto De Martino. L'esigenza di valutare la religione come fenomeno culturale integralmente umano, da analizzare - nelle sue espressioni concrete - con l'ausilio della comparazione storica, rappresenta uno dei tratti salienti del suo insegnamento. I suoi lavori, considerati a tutti gli effetti classici del pensiero contemporaneo, uniscono al rigore della ricerca inerente ad uno specifico ambito storico l'ampiezza della prospettiva teorica, che tocca problematiche attuali d'interesse generale riguardanti, ad esempio, il laicismo e il relativismo culturale.