«Mi spieghi la Bibbia e la sua fortuna storica?» chiede a Mario, suo amico italiano, la giapponese Yúkiko. Quasi impossibile, certamente difficile, per un occidentale moderno leggere la Bibbia con occhio sgombro di suggestioni e richiami culturali, laici o religiosi: il libro, i «libri per eccellenza », pur spogliati del mito della rivelazione, continuano a grondare di signifi cati stratifi catisi al punto da diventare illeggibili. Ma proprio il confronto con una persona estranea alla nostra mentalità permette il dissacrante miracolo di una lettura in chiave davvero moderna e laica della Bibbia.
Per questo Mario Alighiero Manacorda ha scelto una interlocutrice armata del solo lume della ragione, una religione e una cultura diverse dalle sue. Yúkiko chiede, incalza, obietta; Mario risponde, spiega, si confronta. L’unico patto fra i due è di attenersi al testo e leggerlo per quello che dice.
Da questo epistolario non scaturisce una sola «inaccettabile» verità o vittoria, ma molte, diverse, accettabili certezze, che su una «religione impossibile» permettono l’unico dialogo possibile, negato a ogni trascendenza, ma concesso a chi crede che la Bibbia, come tutti i «libri per eccellenza», è stata scritta dagli uomini per gli uomini.