Igor Agostini
L'infinità di Dio. Il dibattito da Suarez a Cateruz (1597-1641)
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Nel 1641, il primo degli obiettori alle Meditationes di Descartes, Johannes Caterus, attaccava la seconda prova a posteriori dell'esistenza di Dio rilevando che essa prova l'esistenza di un ente a se senza riuscire a dimostrarne l'infinità. Cosi argomentando, Caterus chiedeva a Descartes ragioni assenti, a suo avviso, non solo nelle Meditationes, ma anche in Suàrez e, più in generale, nella tradizione culturale entro cui egli si era formato e che ancora dominava la cultura istituzionalizzata dell'epoca: la Scolastica moderna. In questo senso, con la sua operazione, il primo obiettore congiungeva due epoche, sancendo di fatto l'ingresso, nel testo inaugurale della filosofia moderna, le Meditationes, dei dibattiti teologici contemporanei sull'infinità di Dio.
Dibattiti vivissimi: perché quello dell'infinità di Dio era bensì un problema classico, ma si era potentemente riproposto, con grande urgenza e con modalità per molti versi nuove, nelle discussioni scolastiche dell'epoca. E questo proprio sulla scia delle pagine delle Metaphysicae disputationes (1597) in cui Suàrez aveva sostenuto la tesi evocata da Caterus, le quali avevano dato avvio, nella Scolastica dell'età moderna, a una delle più accese polemiche teologiche del tempo, ancora in corso ai tempi di Descartes: il dibattito sulla ratio formalis dell'infinità di Dio.
Questo libro si propone di analizzare i momenti centrali di questo dibattito, che non è stato finora oggetto di una ricerca sistematica né da parte degli studiosi di Descartes, né da parte degli storici della Scolastica moderna, con lo scopo di gettare luce su alcune delle più importanti polemiche che, in quegli anni, agitavano la cultura scolastica e, in tal modo, contribuire alla ricostruzione del contesto storico-teologico e storico-filosofico nel quale nascevano le Meditationes.