A cinquant'anni dal XX Congresso del Pcus e dall'invasione sovietica dell'Ungheria la biografia di Nikita Chruščëv di Roy Medvedev restituisce intatta la complessità e contraddittorietà del personaggio. Chruscev interagì con tutte le principali personalità politiche del suo tempo: Tito, Eisenhower e Kennedy, Mao, de Gaulle, Castro, Churchill, Eden, Nehru, Ho Chi Minh, Sukarno, Nasser, Nkrumah, Adenauer, Togliatti.
Avviò la destalinizzazione con la liberazione e riabilitazione di milioni di persone dai gulag, dalle carceri e dai luoghi di confino. Ma Chruščëv fu anche allievo di Stalin e prodotto dell'era staliniana, e fece proprie molte delle sue caratteristiche: autoritarismo e durezza, abilità nel destreggiarsi nei complessi labirinti del potere, capacità di tacere chiudendo gli occhi di fronte all'evidenza e di dissimulare i dubbi. Sua la responsabilità dell'invasione dell'Ungheria nel '56.
Ma con tutto ciò Chruščëv fu anche un individuo estremamente peculiare, uno spirito originale e una persona di grande temperamento politico. Lo distinguevano una straordinaria indipendenza e la capacità di prendere decisioni coraggiose. Ma spesso ricorreva all'improvvisazione, che in politica si rivela quasi sempre nefasta.