
Vilma Costantini
Pechino. Biografia di una capitale
Pag. 294.
Pechino, insieme a Shanghai, è diventata la città piú frizzante e alla moda dell’Estremo Oriente. È bastata una quindicina d’anni per realizzare un cambiamento che non ha eguali. Nel 1989, dopo la tragica conclusione della rivolta studentesca soffocata nel sangue per ordine di Deng Xiaoping, l’uomo forte alla guida del Partito, sembrava che il mondo sdegnato avesse voltato le spalle alla Cina. Ma dopo i primi moti di orrore per la strage di tanti ragazzi che chiedevano ingenuamente un po’ di democrazia, le joint venture e gli investimenti di capitali stranieri ripresero con sempre maggiore vigore, consentendo in pochi anni quella crescita inarrestabile che sta cambiando radicalmente il volto alla Cina e alla sua capitale. [...] Oggi in molti rimpiangono quella Pechino descritta con tanta attenzione dai grandi scrittori cinesi del Novecento. Pechino ha nutrito intere generazioni di narratori famosi, come Lao She, Deng Youmei, Wang Meng, fino ai piú giovani, tradotti con successo anche in Occidente, che rappresentano quella corrente letteraria «dal sapore pechinese», dove Pechino non è solo sfondo e ambientazione di storie, ma è essa stessa «personaggio», parte integrante della narrazione. Forse nessun’altra capitale, come Pechino, si riflette non solo nelle testimonianze dei molti viaggiatori che da Marco Polo in poi la visitarono e la descrissero, ma anche in una letteratura propria, confezionata su misura sulle sue caratteristiche urbane e paesaggistiche piú peculiari, sui suoi aspetti piú intimi, sulla lingua, le abitudini e i tic dei suoi abitanti.
Vilma Costantini Sinologa, giornalista, scrittrice, è nata a Firenze. Ha tradotto molte opere dal cinese classico e moderno: Pen Tsao, Antico codice di farmacologia, Garzanti, 1972; Ba Jin, Il giardino del riposo, Editori Riuniti, 1980; Coppe di giada, antologia dei tre maggiori poeti cinesi, Li Bai, Du Fu e Bai Juyi, Utet, 1985 e Tea, 1988; Wang Meng, Pensieri vaganti nel Tibet, V. Scheiwiller, 1986; Wang Meng, Figure intercambiabili, Garzanti, 1989; Qu Yuan, Incontro al dolore, Lubrina Editore, 1989. Per Editori Riuniti ha inoltre tradotto: Stanislaw Lem, Pianeta Eden, 1977; Kazimierz Brandys, L’idea, 1978; Jurij Trifonov, La casa sul lungofiume, 1977. Ha vissuto a lungo a Pechino come corrispondente di Paese Sera (1980-1985) e della Repubblica (1986-1992). Ha scritto il saggio Il socialismo in Cina prima di Mao, per la collana «Il filo rosso del movimento operaio» diretta da Lelio Basso, La Pietra, 1980. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia: In forma di parola, Rossi e Spera, 1987; Il corpo estraneo, V. Scheiwiller, 1989; per Le Impronte degli Uccelli: Il libro degli incontri, 1999; Cammino inverso, 2001; L’ombrello di Livingstone, 2005. Sue poesie sono presenti anche in numerose antologie e riviste letterarie.