Putin e la Russia. Irresistibile e anacronistico ritorno all'autocrazia

Lorenzo Gianotti

Putin e la Russia. Irresistibile e anacronistico ritorno all'autocrazia

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    […] negli anni della senescenza di Brežnev, il Kgb restava il più efficiente apparato sovietico, dunque il solo che realisticamente potesse colmare il vuoto di potere; e quando l’Urss collassava e ogni sovietico stentava a raccapezzarsi, «quando tutti si trovavano alla spasmodica ricerca di nuove visioni, Putin restò fedele alla disciplina della corporazione », e fu in quella circostanza che accumulò i titoli necessari a scalare i vertici del potere. In qualche intellettuale la sua apparizione aveva suscitato un temperato stupore […]. Aleksander Zinovev lo riteneva l’unico personaggio capace di resistere alla sconvolgente americanizzazione della Russia e di assicurare la stabilizzazione del paese. A sua volta Solženicjn distingueva tra la sua piattaforma politica iniziale, in evidente continuità con le rovinose scelte di El’cin, e il successivo profilarsi di una personalità capace di rimediare ai disastri degli anni novanta.

    Con il trascorrere del tempo l’identità di Putin si è precisata. Riconoscendo l’eccezionale impatto della politica putiniana, Garry Kasparov, già campione di scacchi e poi esponente dell’opposizione, sostenne che la domanda a cui occorreva dare risposta non era più «Chi è Putin?», bensì «Che cos’è la Russia di Putin?». L’ambasciatore americano a Mosca l’ha definita uno «Stato mafioso», dominato da una cleptocrazia autoritaria e corrotta che comprende l’alta burocrazia, gli oligarchi e la criminalità organizzata sotto la ferula di Putin. Per la verità era stato il procuratore spagnolo José Grinda Gonzales a ricorrere per primo all’espressione di «Stato mafioso», quando in un documento giudiziario aveva rilevato che per raggiungere i suoi scopi politici il governo russo era ricorso alla criminalità organizzata, consegnando ad essa settori economici d’importanza strategica, quale la produzione di alluminio. Su questa strada il ventaglio degli strumenti adoperati dal Cremlino risulta assai vasto e raggiunge ambienti insospettabili.

    INDICE

    Post scriptum 7
    Introduzione 9
    Origini 15
    Il servizio nel Kgb 22
    La missione a Dresda 26
    Vicesindaco di San Pietroburgo 32
    Come fronteggiare la penuria 43
    Le relazioni con la Germania 49
    La banda di Tambov 54
    La congrega degli amici 59
    A Mosca, a Mosca 70
    La lotta per il trono del Cremlino 78
    La seconda guerra cecena 84
    La verticale del potere 98
    Gli oligarchi: Chodorkovskij e Abramovič 108
    Occidentalismo e asiatismo 117
    L’ideologia della “nuova” Russia 130
    Trono e altare: la chiesa ortodossa 140
    Un’economia anchilosata 148
    Il capitalismo degli amici 159
    Il patrimonio di Putin 179
    La lotta alla corruzione 185
    Un esercizio temerario: informare 196
    La “nuova aristocrazia” della sicurezza 207
    Il superuomo 219
    Berlusconi e Putin 224
    Dopo il 4 dicembre 2011 234
    Bibliografia 251

    Lorenzo Gianotti Ha una consolidata conoscenza della Russia e dell’est europeo. Tra le opere pubblicate citiamo: L’Ottobre ungherese sulla rivolta magiara dell’autunno 1956 (1986); Gli operai della Fiat hanno cento anni (1999); L’enigma Codeca (2002); Umberto Terracini. La passione civile di un Padre della Repubblica, Editori Riuniti, 2005. Collabora con il quotidiano Il Secolo XIX. È stato senatore della Repubblica (Pci, Pds) nel corso di tre legislature.