Giancarlo Feliziani
Razza di comunista. La vita di Luciano Lama
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Che Razza di comunista era Luciano Lama? Secondo molti era un «perdente di successo», l'uomo che riuscì a trasformare ogni sconfitta del sindacato, dalla vicenda Fiat alla scala mobile; dalla svolta dell'Eur alla disfatta all'università di Roma da cui fu costretto a fuggire a bordo di una Mini Minor, in nuove occasioni offrendo al suo popolo una identità e un senso di appartenenza. Dalla sua «casa rossa» di corso d'italia guardava con un certo fastidio al Botte-gone di Enrico Berlinguer, che a sua volta non lo amava troppo.
Eppure non si è mai tirato indietro ogni volta che il partito lo ha chiamato a gestire situazioni difficili e, spesso, imbarazzanti. Capì prima di altri il pericolo dell'offensiva terrorista e mise tutta la sua autorevolezza e tutta la forza del sindacato a difesa dello Stato. Quello stesso sindacato che, una volta, dimenticò persine di invitarlo alle celebrazioni del primo maggio... Era il marxista più bello. E forse anche il più simpatico.
Uno straordinario oratore capace di far digerire anche il più ostico degli accordi sindacali. Una persona ordinata che amava conservare tutto: forse anche per questo ha raccolto, negli anni, un monumentale archivio privato fatto di episodi inediti, lettere, appunti, discorsi abbozzati. Il libro, per la prima volta, apre quell'archivio scoprendo la personalità del sindacalista più famoso e cinquantanni di storia italiana.