Questo libro prende in esame una tradizione poetica che confluisce e trionfa nella lirica di Montale ma che ha radici lontane, nell'alba della modernità. Si tratta di una poesia che parte dalla realtà, che riscopre il reale nelle sue dimensioni di individualità empirica e imperfezione, per trascenderlo poi in direzione sublimante e metafisica.
Una poesia in opposizione quindi alla linea petrarchesca che sfocia nella poesia "pura". Il cigno di Baudelaire contro il cigno di Mallarmè, per fare due esempi celeberrimi. Il saggio interroga i versi di Montale, ma sempre inserendoli in una storia precedente di lunga durata, secondo una metodologia che preferisce non schiacciare il Novecento su se stesso ma articolarne i sensi e gli strati in retrospettive fondanti.