Dall'introduzione di Raul Mordenti
«Carissimi, questa volta è da Mosca che mi faccio vivo, il guaio è che voi a quanto sembra non vi fate vivi da nessuna parte, c’è davvero da augurarsi che d’ora innanzi la nostra corrispondenza sia più regolare. Io sono arrivato benissimo dopo un viaggio abbastanza lunghetto e la prima cosa che mi sono preoccupato di fare è stata quella di visitare la città in lungo e in largo. Assicurano che questa è la stagione migliore per godere i grandi bastioni e di una bella primavera ritardata. Gira, gira ho appena incominciato a vedere qualche cosa, vi è un sacco di case e di edifici nuovi e le nuove costruzioni si contano a centinaia e a migliaia. Chi mi ac- compagnava mi spiegava che adesso non solo si vuole costruire molto, ma si vuole costruire anche bene, mi hanno descritto un piano regolatore che vuol fare di Mosca la più bella città del Mondo. Se si lavora col ritmo che ho notato bisogna ben crederci. Per le strade c’è molto movimento di veicoli, quanto ai pedoni non ho visto da nessuna parte tanta gente, buona parte della città però è a soqquadro. Si costruisce o meglio ancora si finisce la ferrovia metropolitana, 70.000 persone vi lavorano quasi tutti giovani, giorno e notte. Anche questo lo vogliono fare il più bello del mondo. Fra tutte queste cose io guardo, mi giro, mi rigiro per non lasciarmi scappar nulla. Ma non passeggio mica soltanto. Mi sono messo a lavorare seriamente, a leggere a studiare. Il guaio è che tutto t’interessa e ti attrae e non sai da che parte cominciare, che cosa sacrificare. Cambiamo argomento se no non la finisco più, io vorrei che mi scriveste specialmente per la salute di Gian di cui sono sempre inquieto. Ditemi anche di voi e di come sembra vadano le cose a Torino. Qui la siccità minacciava molto a quanto sembra, adesso però ha piovuto molto; ho letto che anche in Italia le campagne cominciano a soffrire. Quelle povere pesche penso ne hanno sempre qualcuna. Di a Cocco che mi scriva, se fa la raccolta vedrò di mandargli qualche bel francobollo.Tanti e tanti saluti a voi tutti. Un salutone specialissimo per Gian anche da Michelina».
Giuliano (Dalla lettera alla famiglia del 27- 5-1934)