
Antonio Gramsci
Scritti di letteratura
«Il pregiudizio più comune è questo: che la nuova letteratura debba identificarsi con una scuola artistica di origine intellettuale (…).
La premessa della nuova letteratura non può non essere storico-politica, popolare: deve tendere a elaborare ciò che già esiste, polemicamente o in altro modo non importa; ciò che importa è che essa affondi le sue radici nell’humus della cultura popolare così come è, coi suoi gusti, le sue tendenze ecc., col suo mondo morale e intellettuale sia pure arretrato e convenzionale».
Antonio Gramsci, Quaderno 15, § 58
Formato 15x21 cm., Pagine: 200.
A cura di Lelio La Porta.
INDICE
Nota introduttiva
Biografia di Antonio Gramsci
Scritti di letteratura
Capitolo primo
Dante
Capitolo secondo
Manzoni
Capitolo terzo
Pirandello: letteratura e teatro
Capitolo quarto
Letteratura popolare
Capitolo quinto
Il futurismo secondo Gramsci in quattro testi precarcerari e due note dei Quaderni del carcere
Bibliografia
Lelio La Porta, membro della International Gramsci Society, collaboratore di Critica marxista, è autore di Etica e rivoluzione nel giovane Lukács (1991), Antonio Gramsci e Hannah Arendt. Per amore del mondo grande, terribile e complicato (2010), Hannah Arendt. Il problema storico della libertà (2017). Ha redatto diverse voci del Dizionario Gramsciano (a cura di G. Liguori e P. Voza, 2009) e ha curato, insieme a Giuseppe Prestipino, I Quaderni del carcere di Antonio Gramsci. Un’antologia (2014). Sempre con Prestipino ha pubblicato Antonio Gramsci, Contro l’indifferenza (2008), un’antologia per le scuole medie superiori. Inoltre ha curato le tre antologie Un Gramsci per le nostre scuole, Gramsci chi?, Che Guevara chi? (2016-2018). È autore di diversi saggi, in specie di argomento gramsciano.
Antonio Gramsci, Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937. Considerato uno dei più importanti pensatori del XX secolo, nei suoi scritti, tra i più originali della tradizione filosofica marxista, Gramsci analizzò la struttura culturale e politica della società. Elaborò in particolare il concetto di egemonia, secondo il quale le classi dominanti impongono i propri valori politici, intellettuali e morali a tutta la società, con l'obiettivo di saldare e gestire il potere intorno a un senso comune condiviso da tutte le classi sociali, comprese quelle subalterne.