Attraverso l'analisi dell'idea di storia elaborata da tre protagonisti della cultura moderna, questo libro pone una questione fondamentale: la "crisi della modernità" è un fatto acquisito o un processo revocabile?
Kant, Hegel e Marx sono riletti alla luce di una concezione della storia universale nella quale il mondo moderno ha imparato a pensare se stesso.
La storia come luogo della costituzione del genere umano, della sua libertà e del suo progresso; la realtà come frutto del lavoro, del conflitto e dell'azione di soggetti sempre più consapevoli di sé: nulla sembrerebbe oggi più arcaico e desueto.
Ma la sfida consiste proprio in questo: tornare - in controtendenza - a interrogare le radici della modernità, chiedersi se vi sia ancora spazio per un'idea della storia come impresa di emancipazione collettiva.