
Angelo Brelich
Teatri di guerre agoni culti nella Grecia antica
Ho avuto la fortuna di conoscere Angelo Brelich agli albori degli anni Sessanta. Lo ricordo conferenziere, e affabulatore, a Cagliari, dove veniva frequentemente invitato da Ernesto De Martino, nell'università cui mi ero iscritta appena diciottenne, pronta a seguire virtute e conoscenza non solo nel mio campo di elezione, quello della filologia classica. Ho quindi letto, dopo Gli eroi greci (già usciti nel 1958), la Introduzione alla storia delle religioni (1966) e, naturalmente, Paides e Parthenoi (1969). Degli scritti ‘minori’, raccolti in questo volume, mi erano noti gli interventi ‘stravaganti’ (nel senso indicato da Giorgio Pasquali) dello storico delle religioni sul teatro greco, ma nulla sapevo di Guerre, agoni e culti nella Grecia arcaica, che, già al momento della sua pubblicazione (1961), non mancò di suscitare reazioni contrastanti, fors'anche urtando la suscettibilità di qualche illustre studioso (penso ad Arnaldo Momigliano) per la sua perigliosa ‘novità’, così percepita da un punto di vista storico stricto sensu.
(dalla Prefazione di Maria Grazia Bonanno)
Formato 15x21 cm., pagine 220.
A cura di Emanuele Dettori.
Prefazione di Maria Grazia Bonanno.
Consulta tutti i volumi della Collana “Opere di Brelich”
Angelo Brelich (Budapest 1913 - Roma 1977) è una delle voci più autorevoli della Storia delle religioni e, più in generale, delle nuove scienze umane. Studioso di fama internazionale, è stato allievo di Karl Kerényi all'Università di Budapest; in seguito ha ricoperto il ruolo di assistente presso la cattedra di Storia delle religioni dell'Ateneo di Roma “La Sapienza”, della quale è il divenuto titolare nel 1958. Ponendosi nel solco tracciato da Raffaele Pettazzoni, ha dato un contributo decisivo alla definizione dell'impianto teorico e, congiuntamente, della piattaforma metodologica caratterizzanti la disciplina storico-religiosa: in tale ottica il suo nome è indissociabile da quello di Ernesto De Martino. L'esigenza di valutare la religione come fenomeno culturale integralmente umano, da analizzare - nelle sue espressioni concrete - con l'ausilio della comparazione storica, rappresenta uno dei tratti salienti del suo insegnamento. I suoi lavori, considerati a tutti gli effetti classici del pensiero contemporaneo, uniscono al rigore della ricerca inerente ad uno specifico ambito storico l'ampiezza della prospettiva teorica, che tocca problematiche attuali d'interesse generale riguardanti, ad esempio, il laicismo e il relativismo culturale.
Emanuele Dettori è professore associato di Lingua e letteratura greca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma “Tor Vergata”. Si è occupato e si occupa di tragedia, poesia ellenistica e questioni di lingua greca. Nel 2000 ha pubblicato una edizione con commento dei frammenti grammaticali di Filita di Cos.