Crisi sempre più frequenti, collassi di grandi nazioni o di vaste aree economico-finanziarie, improvvisi crolli di imprese di prima grandezza, scandali che non risparmiano i governi dei maggiori paesi, una ripresa via via annunciata e smentita, l'intero quadro dell'economia mondiale sempre meno prevedibile o addirittura illeggibile dagli esperti.
La faccia negativa della globalizzazione neoliberista non è più rappresentata soltanto da enormi problemi come il crescente divario tra ricchi e poveri e la devastazione dell'ambiente.
Anche gli obiettivi prioritari della macchina capitalistica sembrano oggi a rischio. In un mondo invaso dalle merci e dominato dalle ragioni della loro crescita, la stessa logica dell'accumulazione sembra rivelare la propria debolezza di categoria quantitativa, esclusivamente finalizzata alla dilatazione della quantità, non solo responsabile di rapine e distruzioni, ma paradossalmente incapace di procedere nel suo cammino, proprio quando parrebbe libero da ogni ostacolo.