Con «Vita di Aleksandr Grin» di Konstantin Paustovskij.
Vele scarlatte è un classico racconto avventuroso di amore e speranza nella bellezza dei propri sogni. Scritto dal russo Alexander Grin nel 1923, racconta la storia immaginaria di una ragazza, orfana di madre fin dalla più tenera età, che crebbe accudita dal padre, un marinaio che rinunciò a navigare per crescere la sua bambina e che si guadagnava da vivere costruendo modellini di navi.
Questo delizioso romanzo infonde nei lettori, sia adulti che giovani, speranza e una rinnovata fede nella bellezza dello spirito umano.
Da questo romanzo è nata la consuetudine del Festival delle vele scarlatte che si celebra a San Pietroburgo lungo il bacino del fiume Neva.
I racconti di Grin suscitano negli uomini il desiderio di una vita varia, piena di rischio, di audacia e di quel «senso del sublime» proprio dei ricercatori, dei navigatori e degli scopritori di nuove terre. Dopo aver letto i racconti di Grin viene voglia di visitare tutto il globo terrestre, non i paesi da lui fantasticati, ma quelli veri, reali, pieni di luce, di boschi, del brusio multilingue dei porti, di passioni umane e di amore.
«La terra mi eccita – scriveva Grin –, con i suoi enormi oceani, le infinite isole e gli innumerevoli angoli ricchi di un interesse pieno di mistero.»
La favola è necessaria non solo ai fanciulli, ma anche agli adulti. Essa suscita commozione, fonte di alte e umani passioni. Non ci fa riposare sugli allori e ci indica sempre nuovi, luminosi orizzonti, una vita diversa, ci rende impazienti e appassionatamente desiderosi di raggiungerla. In questo è il suo valore, e in questo è il valore del fascino, talvolta inesprimibile a parole, ma chiaro e potente, che suscitano i racconti di Grin.
Si dice che i soggetti trattati da Grin sono di genere avventuroso. Questo è vero, ma il soggetto avventuroso per lui è solo l’involucro in cui si cela un contenuto più profondo. Bisogna essere ciechi per non vedere nei libri di Grin l’amore verso l’uomo. Grin non è soltanto un magnifico descrittore di paesaggi e un maestro nel suo genere, ma anche un sottilissimo psicologo. Egli parla dell’abnegazione, del coraggio, dei tratti eroici insiti negli uomini più comuni. Parla dell’amore per il lavoro, per il proprio mestiere, dell’inesplorata potenza della natura. Infine, ben pochi hanno scritto in modo così puro, delicato e commosso sull’amore per la donna, come ha fatto Grin.